Come altre materie prime, il gas naturale è soggetto a fluttuazioni di prezzo determinate dall’interazione tra offerta e domanda, una dinamica influenzata da molteplici fattori.
Per quanto riguarda la domanda entrano in gioco diversi elementi, tra cui il costo dei combustibili alternativi, il livello delle riserve immagazzinate di gas naturale e le variazioni stagionali delle temperature. Sull’offerta possono invece influire eventi meteorologici estremi, interruzioni nella catena di approvvigionamento e fattori di natura geopolitica.
Gli Stati Uniti sono il principale motore alla base sia della domanda di gas naturale, seguiti da Russia e Cina, sia della sua offerta. Anche in questo caso la Russia occupa la seconda posizione, mentre l’Iran ne è oggi il terzo produttore, dopo aver registrato un calo significativo del volume della fornitura di natural gas.
Quanto agli indicatori di mercato, i futures sul gas naturale Henry Hub, scambiati al Chicago Mercantile Exchange, rappresentano il benchmark del settore del natural gas. Attraverso questi contratti futures è possibile negoziare e gestire i prezzi del gas naturale secondo uno schema standardizzato, che consente a chi partecipa a questo mercato di esporsi alle fluttuazioni della sua quotazione in maniera trasparente e regolamentata. Il prezzo dell’Henry Hub restituisce una visione globale del sentiment e delle aspettative di prezzo che dominano il mercato del gas naturale.
Il punto di riferimento europeo per i prezzi del gas naturale è invece il Title Transfer Facility (TTF), o Dutch TTF gas price. La quotazione del gas TTF scambiato nel mercato del gas naturale all’ingrosso di Amsterdam influisce sul costo all’ingrosso e sul prezzo al dettaglio del gas in Italia.