Essendo un indice composto da titoli del settore tecnologico, il Nasdaq 100 ha generato rendimenti elevati negli ultimi due decenni, sebbene abbia anche subito periodicamente pesanti battute d’arresto.
Tra il 2000 e il 2002, quando è scoppiata la bolla delle dotcom, l’indice perse oltre l’80% prima di riprendersi.
Nel 2008, anno di inizio della crisi finanziaria globale, l’indice perse metà del suo valore.
Nel 2022, quando i tassi di interesse negli Stati Uniti sono aumentati improvvisamente rallentando la crescita del settore tecnologico, l’indice è sceso di quasi il 40%.
Gli ETF Nasdaq 100 sono quindi adatti agli investitori in grado di resistere alle fluttuazioni del settore tecnologico e con portafogli adeguatamente diversificati.
Un ETF Nasdaq 100 investe in azioni statunitensi quotate in dollari. Le fluttuazioni valutarie influiscono sulla performance degli ETF che non siano protetti dalla copertura valutaria. Si tratta di un ulteriore rischio, ma allo stesso tempo questi ETF offrono l’opportunità di investire in un indice non disponibile sul mercato nazionale.