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Considerato l’attuale contesto economico, che ha visto l’inflazione raggiungere i valori massimi degli ultimi quarant’anni, il settore delle materie prime riserva al momento ottime opportunità agli investitori. Sebbene offra vantaggi interessanti in termini di diversificazione, riduzione della volatilità del portafoglio e tutela dalle conseguenze dell’inflazione, investire in materie prime può rivelarsi un’operazione complicata.
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I professionisti, infatti, negoziano le materie prime utilizzando i contratti futures. Questi strumenti derivati sono volatili e presentano una struttura complessa, e pertanto possono esporre anche gli investitori esperti a rischi di cui non sono pienamente consapevoli. Di conseguenza, i fondi negoziati in borsa (ETF) sulle materie prime rappresentano la scelta più sicura per chi investe in questo settore.
Fortunatamente, il panorama degli ETF sulle materie prime è ancora relativamente ristretto. Forbes Advisor ha analizzato approfonditamente il settore per selezionare alcuni dei migliori ETF sulle materie prime presenti sul mercato.
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Tutto il mercato delle materie prime
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Il Bloomberg All Commodity Longer Dated Strategy ETF di Abrdn replica la versione a rendimento totale dell’indice Bloomberg Commodity (BCOM), che cerca di rappresentare l’intero mercato delle materie prime. L’indice è composto da titoli del mercato dei futures di una vasta gamma di materie prime fisiche e mira a rappresentare l’intero mercato delle commodity.
Sia il BCOM che il BCD sono stati concepiti per ridurre al minimo la concentrazione in una singola materia prima o in un solo settore. Attualmente l’indice copre 23 futures su materie prime appartenenti a sei settori – nessuna materia prima può rappresentare più del 15% dell’indice, una singola materia prima o i suoi derivati non possono costituire più del 25% dell’indice e nessun settore di materie prime può superare il 33%.
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L’ETF iShares GSCI Commodity Dynamic Roll Strategy mira a replicare la performance dell’indice S&P GSCI Dynamic Roll, che raccoglie un’ampia gamma di futures sulle materie prime.
L’S&P GSCI è un importante indice di riferimento per il mercato globale delle materie prime e comprende futures da tutti i principali settori che lo compongono, tra cui prodotti energetici, metalli industriali, prodotti agricoli, bestiame e metalli preziosi.
La versione Dynamic Roll dell’S&P GSCI adotta una strategia intelligente per scegliere i contratti future da includere nell’indice: per ogni tipo di commodity acquista nuovi futures che presentano la maggior backwardation o la minor contango. Questo approccio dinamico contribuisce a massimizzare la performance e a minimizzare i costi.
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Palladio
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Molti investitori acquistano metalli preziosi dal momento che vengono considerati beni rifugio. Poiché sono scarsamente correlati ad altre asset class, i metalli preziosi rappresentano anche un’eccellente risorsa per la diversificazione del portafoglio.
L’oro e l’argento sono i più conosciuti, mentre il palladio – un componente chiave nella produzione dei dispositivi di riduzione delle emissioni delle automobili – è un’opzione meno nota.
Il palladio ha raggiunto prezzi record dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che è responsabile del 40% della produzione mondiale del metallo. Successivamente, i prezzi del palladio sono scesi in quanto il conflitto non ne ha compromesso gli approvvigionamenti in modo significativo.
L’ETF abrdn Physical Palladium Shares ha come obiettivo quello di seguire il prezzo del palladio fisico, al netto delle spese. Il fondo persegue politiche di gestione completamente trasparenti: il numero di barre viene pubblicato quotidianamente sul sito web di abrdn e il metallo è conservato in un caveau del gruppo J.P. Morgan a Londra.
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Petrolio greggio WTI
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L’Invesco DB Oil ETF punta a replicare la performance dell’indice DBIQ Optimum Yield Crude Oil, che osserva il valore di mercato del petrolio greggio.
In particolare, il fondo investe in contratti future sul greggio West Texas Intermediate (WTI), il principale benchmark del greggio statunitense, e il suo portafoglio contiene anche titoli del Tesoro americano e fondi del mercato monetario.
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Energia, metalli e prodotti agricoli
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L’Invesco DB Commodity Index ETF ha come obiettivo quello di replicare la performance dell’indice DBIQ Optimum Yield Diversified Commodity. Il fondo investe in contratti future su materie prime quali il greggio WTI, il greggio Brent, il gas naturale, la benzina, il gasolio da riscaldamento, lo zinco, il rame, l’alluminio, l’oro, l’argento, il mais, lo zucchero, la soia e il grano.
Il DBC è uno degli ETF più popolari tra gli investitori che desiderano ampliare l’esposizione al settore delle materie prime e si è posizionato nel quartile superiore della sua categoria Morningstar per gli ultimi cinque anni. Gli addetti ai lavori lo considerano un’opzione meno rischiosa rispetto al DB Oil di Invesco, grazie alla più ampia selezione di materie prime al di là del petrolio greggio.
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Petrolio greggio, gas naturale e prodotti petroliferi raffinati
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L’Invesco DB MS Energy Fund mira a replicare la performance dell’indice DBIQ Optimum Yield Energy, che segue i mercati dei futures su materie prime energetiche altamente negoziate, tra cui il greggio Brent, il greggio WTI, il gasolio da riscaldamento, la benzina e il gas naturale.
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Petrolio greggio WTI
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Lo United States 12-Month Oil Fund segue il prezzo del greggio West Texas Intermediate (WTI). In particolare, l’USL mira a fornire un valore patrimoniale netto (NAV) in grado di riflettere accuratamente le variazioni percentuali giornaliere del prezzo del greggio WTI.
Per raggiungere questo obiettivo, l’USL investe in contratti future sul greggio e in altri futures sul petrolio. Il fondo acquista i contratti future front-month, ovvero i più vicini alla scadenza, e quelli riferiti agli 11 mesi successivi, caratteristica da cui deriva la denominazione “12-month oil”, petrolio a 12 mesi. L’USL può inoltre investire in contratti swap e forward.
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Lo United States 12-Month Natural Gas ETF ha l’obiettivo di replicare l’andamento del prezzo del gas naturale negli Stati Uniti. In particolare, si basa sulle variazioni percentuali giornaliere del prezzo medio del gas naturale consegnato all’Henry Hub in Louisiana.
L’UNL investe prevalentemente in contratti future sul gas naturale e correlati. Il fondo può acquistare anche contratti swap e forward.
Per scegliere i migliori ETF materie prime globali da includere in questo elenco abbiamo esaminato circa 115 fondi con focus sulle materie prime, selezionando quelli con i migliori rendimenti a cinque anni e con costi di gestione contenuti. Abbiamo scelto di valutare il rendimento medio a cinque anni in quanto si tratta di una delle metriche più efficaci ai fini della misurazione della performance di un ETF.
Le materie prime o commodities sono risorse naturali o prodotti agricoli di base che vengono utilizzati come fattori produttivi per ottenere beni lavorati. Queste risorse vengono acquistate e vendute sul mercato globale delle materie prime.
In generale, le materie prime si dividono in due categorie: le hard e le soft. Le materie prime hard sono risorse naturali che vengono estratte, come i metalli, il petrolio e il carbone. Le materie prime soft sono invece i prodotti agricoli o il bestiame.
Il trading di materie prime utilizza i contratti future. Si tratta di contratti derivati in cui due parti si accordano per acquistare o vendere una particolare materia prima in una data futura a un prezzo prefissato, in modo simile alle opzioni.
Come nel caso del mercato delle opzioni, la maggior parte dei contratti future viene liquidata prima della data di consegna. Per contro, la maggior parte degli scambi nel mercato dei future avviene in prospettiva dell’effettiva consegna dei prodotti agli utenti finali, diversamente da quanto avviene nel mercato delle opzioni.
La maggior parte dei partecipanti ai mercati dei future sono produttori o consumatori di materie prime che negoziano questi contratti per massimizzare il valore dei propri asset e ridurre i rischi legati alla volatilità dei prezzi. Ci sono anche speculatori il cui scopo è trarre profitto dalle variazioni di prezzo dei contratti future.
Gli ETF sulle materie prime sono fondi negoziati in borsa che investono in contratti future sulle materie prime, possiedono materie prime fisiche o acquistano azioni di società che le producono.
Alcuni ETF materie prime acquistano e vendono materie prime in forma fisica, come l’Abrdn Physical Palladium Shares ETF (PALL), che conserva lingotti di palladio in un caveau del gruppo J.P. Morgan.
Molti ETF sulle materie prime possiedono azioni di società che producono, trasportano o commerciano materie prime. Ne è un esempio il VenEck Gold Miners ETF (GDX), che segue le performance delle società di estrazione dell’oro.
Altri fondi negoziano futures sulle materie prime, ovvero, come anticipato, accordi per l’acquisto o la vendita di un prodotto in una data futura e a un prezzo prestabilito. Questi fondi hanno lo scopo di seguire le variazioni di prezzo di una materia prima sottostante, senza possedere prodotti fisici o azioni.
È possibile investire in questi prodotti finanziari presso numerose piattaforme di trading. XTB, ad esempio, consente di negoziare ETF su materie prime come l’oro, l’uranio, l’idrogeno, il rame e molti altri metalli industriali e preziosi, senza applicare commissioni fino a un volume di investimento mensile di 100.000€.
Uno tra i motivi più interessanti per investire in materie prime è l’elevata correlazione tra i loro prezzi e l’inflazione: aumentando al crescere della spinta inflattiva, infatti, il valore delle commodity è in grado di offrire una buona copertura contro l’inflazione. I prezzi delle commodity aumentano di pari passo con l’inflazione e sono quindi una buona opzione per coprire il rischio di inflazione.
Le materie prime sono debolmente correlate, invece, ad altri asset come azioni e obbligazioni. Di conseguenza, integrare le materie prime all’interno del portafoglio può ridurre la volatilità e il rischio complessivi, oltre a offrire una maggiore diversificazione. Nelle opportune condizioni di mercato, le materie prime possono fornire validi rendimenti nel lungo periodo.
Gli ETF, in particolare, permettono di sfruttare alcuni vantaggi. Le spese di gestione sono inferiori a quelle dei fondi comuni di investimento aperti, e offrono una maggiore trasparenza ed efficienza dal punto di vista fiscale.
Gli ETF sulle materie prime sono fondi negoziati in borsa che investono in contratti future sulle materie prime, possiedono materie prime fisiche, come l’Abrdn Physical Palladium Shares ETF (PALL), o acquistano azioni di società che le producono, come il VenEck Gold Miners ETF (GDX).
Altri fondi negoziano futures sulle materie prime. Questi fondi sono progettati per replicare le fluttuazioni dei prezzi di una materia prima sottostante, senza detenere fisicamente la materia prima in questione o azioni ad essa collegate.
Gli ETN (exchange-traded notes) sulle materie prime sono titoli di debito che promettono un rendimento basato su un indice di materie prime sottostante e vengono negoziati come gli ETF sulle materie prime, ma presentano un rischio di credito simile a quello delle obbligazioni.
Le materie prime possono contribuire alla diversificazione di un portafoglio concentrato in azioni e obbligazioni, poiché sia le commodity che le società coinvolte nel loro mercato tendono a fornire rendimenti scarsamente correlati a quelli di altre azioni e obbligazioni.
Rebecca Baldridge è una professionista degli investimenti e scrive di finanza, settore in cui ha maturato un'esperienza più che ventennale. Dopo aver lavorato per dieci anni nel mercato bancario e dell'intermediazione a Mosca, ha proseguito la sua carriera presso Franklin Templeton Asset Management, La Banca di New York, JP Morgan Asset Management e Merrill Lynch Asset Management. È socia fondatrice di Quartet Communications, una società di comunicazione finanziaria e creazione di contenuti.