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I CCT (Certificati di Credito del Tesoro) sono titoli obbligazionari che non godono della stessa notorietà dei BTP e dei BOT, ma rappresentano un interessante strumento di investimento a medio-lungo termine, apprezzato da moltissimi italiani. Con i Buoni del Tesoro, anche i CCT concorrono a finanziare le spese dello Stato e a ripagare il debito pubblico.
I primi CCT della storia sono stati emessi nel 1981 e nel tempo sono cambiati: fino al 1990 avevano una durata da due a dieci anni, poi dal 1991 sono stati emessi con durata settennale. Nel 2010 i CCT sono stati affiancati dai CCTeu, indicizzati all’Euribor 6 mesi, che via via li hanno sostituiti.
Vediamo quindi come funzionano i CCT, quanto rendono, come si acquistano e tutte le cose utili da sapere su questi titoli obbligazionari.
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Cosa sono i CCT
I CCT, acronimo di Certificati di Credito del Tesoro, sono titoli di Stato a tasso variabile emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ogni mese per finanziare il debito pubblico e le spese dello Stato. Sono caratterizzati da cedole semestrali indicizzate al tasso Euribor a 6 mesi, e di norma la loro durata è di 7 anni. Per esempio, il CCT 2025 (codice ISIN IT0005331878) è stato emesso nel 2018 e scade nel 2025. Ma la scadenza di questi titoli può anche lievemente variare. Ad esempio, il CCT 2030 (Cct-Eu Tv Eur6m+0,75% Ot30 Eur) è stato collocato a marzo 2022 e scade il 15 ottobre 2030; ha quindi un durata di 8 anni.
Come funzionano i CCT
I CCT funzionano così: chi li compra, alla scadenza ottiene il rimborso del capitale inizialmente versato e, durante la vita del titolo, è remunerato con cedole variabili staccate ogni sei mesi. Sono variabili perché sono indicizzate al tasso Euribor, che è l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, aggiornato a 6 mesi. Al variare dell’Euribor, quindi, cambiano i tassi di interesse che vengono corrisposti mensilmente a chi ha acquistato il titolo.
Sulla remunerazione incide anche lo scarto d’emissione, dato dalla differenza tra il valore nominale a rimborso e il prezzo pagato all’emissione.
Il tasso di interesse dei CCT viene calcolato posticipatamente, prendendo il secondo giorno lavorativo, precedente la data di godimento della cedola, si rileva l’Euribor a 6 mesi da quel giorno, alle ore 11:00, e si arrotonda poi al terzo decimale.
In base a questa indicazione si calcolano i tassi di interesse che devono essere corrisposti semestralmente, conteggiando i giorni dell’anno commerciale (quindi 360). A questo tasso viene poi aggiunto un margine che viene stabilito nel momento dell’emissione.
I CCT vengono emessi dalla Banca d’Italia ogni mese con un meccanismo di asta marginale (ossia il prezzo più basso tra tutte offerte idonee) con prezzo e una quantità di certificati emessi discrezionale. Queste obbligazioni possono essere acquistate da chiunque, ma solo attraverso intermediari autorizzati. Il taglio minimo acquistabile è di 1.000 euro.
Quanto rendono i CCT
Come abbiamo visto, il tasso di interesse dei CCT si lega all’andamento dell’Euribor, il che significa che il rendimento di questi titoli non è fisso. Pertanto, può essere complesso calcolare quanto fruttano i CCT.
Il tasso di interesse non è però l’unico elemento che permette di ottenere un guadagno, data la differenza tra l’acquisto del certificato e il prezzo alla vendita o al momento del rimborso. Tuttavia, si deve tenere in considerazione che la differenza tra l’acquisto e la vendita può anche essere in perdita, se si ha un tasso negativo. L’investitore può comunque decidere di vendere quando preferisce l’obbligazione e non è vincolato a mantenerla per sette anni.
Come si calcola la cedola di un CCT?
Per calcolare la cedola del CCTeu si aggiunge una maggiorazione dell’Euribor a 6 mesi. Non è però possibile sapere in precedenza un tasso di interesse o quanto frutterà la cedola, dato che il tasso di interesse non è fisso.
Per sapere quale sarà il ricavo si dovrà vedere l’Euribor di due giorni prima del godimento della cedola (alle ore 11:00) e calcolare quel tasso per i giorni effettivi del semestre con un arrotondamento al terzo decimale.
Per quanto riguarda l’effettivo pagamento degli interessi, rimane uno scostamento temporale di sei mesi tra la definizione della cedola e il relativo pagamento. Inoltre, come chiarito dalla Circolare ministeriale n. 5619 del 21 marzo 2016, nel caso in cui il parametro di determinazione della cedola sia negativo al punto tale da erodere totalmente e superare lo spread, la cedola deve essere posta pari a zero.
Come si acquistano i CCT?
I CCT si acquistano tramite asta a cui possono partecipare solo intermediari istituzionali autorizzati. Gli intermediari, per acquistare le cedole, dovranno effettuare una prenotazione entro il giorno che precede l’asta, per ottenere così i certificati. Dovranno poi assegnare i certificati senza l’aggiunta di commissioni.
L’acquisto da parte di un normale risparmiatore potrà avvenire quindi sia recandosi in banca, sia presso un intermediario finanziario idoneo. Le cedole possono essere acquistate, per un minimo di 1.000 euro, sia durante il collocamento (ossia nel momento di prima emissione) che in un secondo momento sul MOT, ovviamente prima della scadenza dei 7 anni.
I CCT sono emessi annualmente e ogni mese si tengono aste per il collocamento, che viene gestito da Banca d’Italia ed è accessibile a ogni tipo di risparmiatore.
Quanto costa comprare CCT?
Gli scambi di CCT avvengono quotidianamente sul mercato secondario e quindi il loro prezzo varia costantemente. È possibile però conoscere le quotazioni giornaliere dei CCT sul sito di Borsa Italiana, dove è possibile anche monitorare l’andamento del prezzo nel corso del tempo e capire se si tratta di un investimento idoneo.
Ti ricordiamo che l’investimento minimo in CCT è di 1.000 euro e che non è possibile acquistare somme inferiori, ma solo multipli di 1.000 euro.
Perché investire in CCT?
Conviene quindi investire in questo tipo di certificato? Ogni risparmiatore dovrà valutare con attenzione sia i rischi sia i vantaggi di questa forma di investimento e in base a questo stabilire come procedere. Per questo di seguito ti forniamo una lista di vantaggi e rischi di questa proposta
Vantaggi
- L’intermediario non può aggiungere commissioni al risparmiatore nel momento dell’acquisto.
- Il rendimento dei CCT è solitamente maggiore rispetto ai BOT, ma con un vincolo temporale superiore per l’investitore.
- I CCT sono soggetti a una tassazione agevolata del 12,5%, applicata a tutti i titoli di Stato.
- Si possono acquistare quando si vuole, dal momento che l’asta avviene annualmente e ogni mese viene effettuato il collocamento.
- La cedola viene pagata semestralmente all’investitore.
- È un’opzione piuttosto sicura per diversificare il portafoglio d’investimenti.
- Risultano accessibili a tutti.
Rischi
- Il tasso di interesse variabile potrebbe comportare delle forti oscillazioni di prezzo e non è possibile sapere in anticipo quanto si guadagnerà da questo investimento.
- Il rating italiano, sebbene sia più stabile, vede comunque un paese con un rischio alto e quindi si corre il rischio di una sovraesposizione.
- È da tenere in conto il rischio di liquidità, dal momento che si tratta di un titolo con scadenza a 7 anni, che non è possibile negoziare prima della scadenza.
- La durata del certificato è di 7 anni, per cui si deve tenere a mente che in un arco di tempo così lungo possono cambiare molte cose.
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Domande frequenti
Come vengono emessi i CCT?
Il collocamento dei CCT avviene mensilmente tramite asta marginale a cui partecipano solo intermediari abilitati. L’investitore deve prenotare prima i titoli (almeno con un giorno di anticipo) perché l’intermediario dovrà a sua volta prenotarli.
Come si acquistano i CCT?
È possibile acquistare i CCT in qualunque momento, sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato) facendo riferimento a un intermediario finanziario abilitato. Si può procedere recandosi in banca o in posta, o tramite home banking se abilitato alle funzioni di investimento. È necessario avere un conto titoli.
Cosa si intende per CCT?
Con l’acronimo CCT si intendono i Certificati di Credito del Tesoro, che sono dei titoli obbligazionari a cedola variabile che servono per finanziare il debito pubblico dello Stato italiano e che consentono di ottenere una piccola rendita semestrale.
Che cosa sono i CCTeu?
I CCTeu (Certificati del Tesoro indicizzati all’Euribor) sono titoli di Stato italiani con una scadenza che varia tra i 3 e i 7 anni. Sono caratterizzati da una cedola variabile pagata ogni sei mesi e basata sull’andamento dell’Euribor, cioè il tasso di riferimento per le transazioni in euro comunicato giornalmente dalla European Money Markets Institute, e parametro chiave per i mutui a tasso variabile.
Quanto rendono i CCT a 10 anni?
Dal 1991, i CCT non possono più essere acquistati con scadenza a 10 anni, ma solo con una scadenza a 7 anni dall’acquisto.
Qual è la differenza tra BTP e CCT?
La principale differenza tra i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) e i CCT è nel rendimento. Mentre i BTP pagano un interesse fisso, quindi le cedole restano uguali per tutta la durata del titolo, i CCTeu hanno un tasso variabile legato all’Euribor, quindi le cedole possono cambiare ogni sei mesi in base all’andamento dei tassi di interesse. Scegli i BTP se preferisci stabilità, i CCTeu se pensi che i tassi saliranno e vuoi approfittarne. Leggi anche: Tassi sui mutui, andamento e previsioni
Inoltre, mentre la scadenza dei CCT è fino a 7 anni, i BTP hanno scadenze da 18 mesi a 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni.
Cosa succede ai CCT se i tassi salgono?
Se la BCE aumenta i tassi di interesse, il prezzo dei CCTeu può scendere. Questo perché, come accade per altre obbligazioni governative, se i tassi salgono, i titoli esistenti con tassi più bassi diventano meno attraenti, portando a una diminuzione del prezzo sul mercato secondario.
Tuttavia, i CCT offrono un vantaggio rispetto ai titoli a tasso fisso come i BTP. Se i tassi aumentano, anche l’Euribor a 6 mesi, a cui sono indicizzati i CCTeu, tende a salire. Di conseguenza, le cedole pagate da questi titoli aumentano, poiché sono direttamente proporzionali all’Euribor, garantendo un rendimento che si adatta all’andamento del mercato.